“Esprimiamo forte e profonda preoccupazione in merito al difficile clima che vivono i lavoratori del Comando della Zona Fari della Sicilia, importante struttura del ministero della Difesa con sede a Messina. Nei mesi scorsi, con grande senso di responsabilità ed altrettanto spirito di collaborazione, abbiamo inutilmente tentato di aprire un confronto con il Comandante della Zona Fari finalizzato a consentire, nel rispetto della normativa vigente, la fruizione del lavoro agile ai lavoratori del Comando e in particolare a coloro i quali vivono situazioni di oggettiva difficoltà e fragilità nella propria famiglia. Come noto, l’esplosione della grave emergenza pandemica ha favorito l’emissione di una serie di norme e decreti cogenti che hanno codificato lo svolgimento dello smart working anche nella pubblica amministrazione. Preso atto di tutto ciò, appare fortemente discutibile la ferrea opposizione del Comandante della Zona Fari di Messina riguardo il riconoscimento del lavoro agile nei confronti di un lavoratore che vive una dolorosa situazione familiare caratterizzata dalla presenza della coniuge affetta da una seria e certificata patologia oncologica e del figlio gravemente disabile. Detto questo, ogni ulteriore commento sarebbe assolutamente superfluo ed inutile” lo hanno dichiarato Ivan Tripodi, segretario generale della Uil Messina, e Alda Iudicelli, segretaria generale della Uil Pubblica Amministrazione di Messina.
“Ma, al netto delle valutazioni legate all’imbarazzante deficit di sensibilità riguardo all’aspetto umano della vicenda che non meriterebbe alcuna opposizione burocratica di sorta e che quindi non intendiamo sottolineare ulteriormente, desideriamo evidenziare come questa triste vicissitudine si interseca con il pesante clima di disagio che si vive nel Comando della Zona Fari della Sicilia con sede a Messina. E’, infatti, alquanto strano che nel mentre si nega l’autorizzazione allo svolgimento dello smart working ad un lavoratore con le gravissime problematiche evidenziate, allo stesso tempo, come affermato dallo stesso Comandante della Zona Fari, alcuni lavoratori effettuano attività totalmente diverse dalla qualifica funzionale prevista dall’inquadramento. Pertanto, si appalesa una macroscopica miopia nella gestione del personale che, fra l’altro, potrebbe profilare elementi di discriminazione nell’organizzazione del lavoro. Tenuto conto della gravità della situazione, auspichiamo che il Ministero della Difesa e i massimi vertici dello Stato Maggiore della Marina intervengano celermente per risolvere questa specifica vicenda e per stemperare la grave tensione che vivono i lavoratori del Comando Zona Fari della Sicilia con sede a Messina” hanno così concluso Ivan Tripodi e Alda Iudicelli.
Messina, 10.02.2022
L’Ufficio Stampa