“Dopo una lunghissima sofferenza patita dai cittadini di Messina e della sua provincia, si avviano a conclusione i lavori per la realizzazione del cantiere del viadotto Ritiro che, finalmente, sarà riaperto al traffico. Crediamo che ci sia ben poco da festeggiare e non condividiamo i toni trionfalistici utilizzati da qualcuno poiché la consegna dell’opera avviene decisamente fuori tempo massimo e con ritardi mostruosi che, per troppi anni, hanno sensibilmente abbassato la qualità della vita dei messinesi. Viceversa, è opportuno ringraziare gli operai e le maestranze impegnate in tutti questi anni nella realizzazione del viadotto Ritiro che, pur tra mille difficoltà sfociate anche nei lunghissimi ritardi (fino a tre mesi) accumulati nella ricezione degli stipendi a causa delle difficoltàdell’azienda appaltatrice, hanno lavorato con costanza ed abnegazione. Siamo assolutamente persuasi che, se si sta raggiungendo l’agognata conclusione dell’opera, è anche merito dell’incessante azione di pressione e di sollecitazione che, nel corso del tempo, la Uil ha portato avanti accanto ai lavoratori al punto che la vicenda del viadotto Ritiro è diventata una questione di interesse mediatico nazionale. In tal senso, desideriamo ringraziare pubblicamente tutte le testate giornalistiche, la stampa, le tv e i singoli giornalisti per la permanente attenzione e per la intensaattività di comunicazione che, sic et simpliciter, hanno consentito al viadotto Ritiro di non tramutarsi nell’ennesima opera incompiuta del territorio” lo hanno dichiarato Ivan Tripodi, segretario generale della Uil Messina, e Pasquale De Vardo, segretario generale Feneal Uil Tirrenica.
“Proprio in vista della riapertura al traffico del viadotto Ritiro reiteriamo, per l’ennesima volta, la proposta di intitolare il viadotto Ritiro alla memoria di Salvatore Ada, lo sfortunato operaio, delegato della Feneal Uil, che il 12 ottobre 2021 è morto mentre adempiva al suo dovere nel cantiere in questione. A nostro avviso, si tratta di un doveroso ricordo e di un opportuno riconoscimento per un lavoratore che la mattina è uscito di casa per andare a lavorare e la sera vi ha fatto ritorno chiuso in una bara: una delle innumerevoli innocenti vittime sul lavoro che non devono assolutamente essere dimenticate. In tal senso, auspichiamo che il Ministero delle Infrastrutture e il Cas manifestino disponibilità “politica” e sensibilità umana al fine di procedere nell’avvio dell’iter, oggi in grande ritardo, per consentire l’indelebile ricordo del povero Salvatore Ada” hanno così concluso Ivan Tripodi e Pasquale De Vardo.
Messina, 29 luglio 2024
L’Ufficio Stampa