“La scomposta e balbettante replica del fallimentare direttore generale dell’Asp di Messina dott. Paolo La Paglia, in merito alla puntuale e circostanziata denuncia pubblica della Uil, con la quale abbiamo semplicemente evidenziato l’assoluto disastro e la palese inadeguatezza dimostrata dal manager in questione nell’affrontare l’emergenza Covid 19, rappresenta la piena ed incontrovertibile certificazione della urgente necessità della nomina, da parte della Regione, di un Commissario Straordinario per la gestione dell’emergenza sanitaria nell’Asp di Messina. Questa richiesta, legata anche all’opportunità di mantenere il dott. La Paglia alla guida dell’Asp di Messina, si rende ancor più indifferibile alla luce dell’inequivocabile valutazione critica espressa ieri sera, durante la trasmissione de La7 “Non è l’Arena”, dall’assessore regionale alla salute avv. Razza a commento della magrissima figura rimediata dall’imbarazzante dott. La Paglia nel corso della medesima puntata” lo ha affermato Ivan Tripodi, Segretario generale UIL Messina.
“Le parole del dott. La Paglia ci hanno, però, fatto rabbrividire per il raccapricciante linguaggio cifrato che ha utilizzato. Locuzioni gergali e frasi minacciose che appartengono a mondi e culture che dovrebbero essere lontane anni luce dalle Istituzioni e dai suoi massimi rappresentanti. Infatti, La Paglia, in evidente difficoltà, ha letteralmente invitato il nostro invidiato segretario della Uil Fpl Pippo Calapai ad “impiegare più tempo a godersi i nipotini…”. Si tratta di parole gravissime, chiaramente intimidatorie e figlie di una sub-cultura che purtroppo ha fatto troppi danni nella Sicilia e che non dovrebbero avere alcun diritto di cittadinanza. Pertanto, nel manifestare affetto e solidarietà al carissimo amico Pippo Calapai, respingiamo le agghiaccianti parole del manager La Paglia, con la piena consapevolezza che, proprio a partire dal battagliero Calapai, non ci faremo intimidire e proseguiremo con fermezza nella direzione di un impegno finalizzato, senza se e senza ma, alla difesa del diritto alla salute e per una sanità libera da business, intrighi e malaffare” ha proseguito Ivan Tripodi.
“Se ne faccia una ragione il dott. La Paglia, la Uil non è un sindacato giallo, afono o al suo servizio. Siamo orgogliosamente un’organizzazione con la schiena dritta che dà voce e tutela ai medici, agli infermieri, agli oss e ai lavoratori amministrativi dell’Asp di Messina, i quali stanno vivendo un momento drammatico che è oltremodo acutizzato a causa della macroscopica incapacità amministrativa del massimo vertice aziendale” ha proseguito il sindacalista.
“Il direttore generale dell’Asp La Paglia, il quale, lo ribadiamo, si è dimostrato assolutamente inadeguato a gestire la pandemia, invece di intimidire la Uil e di scappare dalle legittime domande giornalisti e dalle sue precise responsabilità dovrebbe dare conto e risposte alla collettività rispetto al suo operato, a partire dalla strage degli innocenti della Rsa “Come d’Incanto” per proseguire, senza soluzione di continuità, con la totale mancanza di attività ed azioni indispensabili per contrastare la pandemia: dai dati farlocchi sulle terapie intensive ai mancati tracciamenti. E’ del tutto ovvio che non arretreremo di un millimetro e ribadiamo che il nostro fermo impegno e la nostra forte azione di denuncia rappresenta la migliore risposta nei confronti della trita e disgustosa arroganza del potere manifestata dal direttore generale dell’Asp di Messina dott. La Paglia” ha concluso Ivan Tripodi, Segretario generale UIL Messina.
Messina, 14 dicembre 2020
L’Ufficio Stampa